Le donne infettate avevano una probabilità significativamente maggiore di mostrare segni di malperfusione vascolare materna
Le placente di mamme con infezione da Sars-Cov-2 presentano una maggior frequenza di anomalie associate a esiti avversi della gravidanza. A mettere in guardia uno studio della Northwestern University di Chicago, disponibile in preprint sulla piattaforma medRxiv. La placenta è una sorta di diario della gravidanza, perché molti eventi che importanti che si verificano nella gestazione vi lasciano la loro "impronta". I ricercatori hanno esaminato le placente di 16 donne con Covid-19 che hanno partorito tra il 18 marzo e il 5 maggio 2020, confrontandone i risultati con quelli di madri non Covid. Quattordici pazienti Covid hanno avuto un parto a termine, una ha partorito a 34 settimane e una donna ha abortito a 16 settimane. Nonostante le dimensioni ridotte della popolazione dello studio, i ricercatori hanno potuto osservare alcune tendenze. Dall'esame istologico, le placente del terzo trimestre di donne infettate avevano una probabilità significativamente maggiore di mostrare segni di malperfusione vascolare materna, condizione collegata a ridotta ossigenazione e che è associata ad alcuni rischi per il parto, tra cui riduzione della crescita fetale, pre-eclampsia, parto prematuro e decesso del feto prima del parto. "La ricerca suggerisce un aumento dei disturbi trombotici e tromboembolici nelle donne con Covid-19", osservano i ricercatori, guidati da Jeffery Goldstein. I risultati, pertanto, "indicano che un aumento dei monitoraggi durante la gravidanza può essere giustificato in caso di malattia di coronavirus".
fonte: medRxiv
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